don Bosco ci parla:
Il sapere il tempo della nostra morte non è necessario per andare in paradiso; ma bensì il prepararsi con opere buone. VI,120
Andando ai mercati e alle fiere con sua madre, Giovanni aveva spesso osservato che la gente faceva mucchio intorno agli acrobati e ai prestigiatori.
Ciò parve subito all'intelligente fanciullo un mezzo facile e potente per guadagnare l'attenzione altrui. Incominciò pertanto a prestare la massima attenzione alle loro prodezze; tanto da sorprenderne ogni gesto, scoprirne i trucchi ed apprenderne la destrezza.
Tornato a casa si esercitava a ripetere quei giochi che aveva veduti, finché non fosse riuscito a farli perfettamente.
Ma per allestire quanto occorreva per siffatti divertimenti occorrevano spese. Giovanni, che era intelligente e sveglio, si aggiustava.
Era bravissimo ad uccellare con la trappola, con la gabbia, col vischio, col laccio. Praticissimo di nidiate, faceva buona raccolta di uccelli di ogni specie, che sapeva vendere assai bene.
Fabbricava cappelli di paglia, canestri e cestelli che portava al mercato.
Anche i funghi e le erbe aromatiche erano per lui fonte di guadagno e perfino le serpi che portava in farmacia.
Aveva imparato a filare stoppa, cotone, lino, fiorone di bozzoli da seta. Riusciva anche a fare calze e maglie sui ferri, e da tutto traeva profitto.
La mamma, che osservava ogni cosa, lo lasciava fare, perché intuiva lo scopo nobile del suo Giovannino, il quale fin da quell'età faceva presagire di sé grandi cose.