NON FAR LE COSE PERCHÉ GLI ALTRI LE FANNO – DIO IN SUPERFICIE

QUARTA SETTIMANA – GIOVEDI' – 3 APRILE
 
Dalla Parola del giorno Gv 5,31-47
Il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me.
 
30 RIDNON FAR LE COSE PERCHÉ GLI ALTRI LE FANNO
 
"Un giovane monaco andò un giorno a trovare un vecchio monaco, carico di anni e di esperienza e gli disse: "Padre mio, spiegami come mai tanti di quelli che fanno scelte per la vita, tanto poco perseverano, tanti tornano indietro". Il monaco risponde: "Vedi, succede come quando un cane ha visto la lepre. Si mette  a correre dietro la lepre e abbaia forte. Altri cani sentono il cane che abbaia, correndo dietro la lepre, e anch'essi si mettono a correre: sono in tanti che corrono insieme. abbaiando, però uno solo ha visto la lepre, uno solo la segue con gli occhi. E ad un certo punto, uno dopo l'altro, tutti quelli che non hanno visto veramente la lepre e corrono solo perché un'altro l'ha vista, si stancano, si sfiancano, non ce la fanno più, si fermano. Colui che invece ha fissato gli occhi sulla meta da raggiungere in maniera personale, arriva fino in fondo e acchiappa la lepre". (dai "Detti dei Padri del deserto")
 
SE DIO RIMANE ALLA SUPERFICIE
 
Un grande maestro indiano di vita spirituale ha scritto: "Sono seduto sulla riva di un ruscello e osservo un sasso rotondo immerso nell'acqua. Da quanti anni il sasso è bagnato dall'acqua? Forse da dieci, forse da cento? Ma l'acqua non è riuscita a penetrare nel sasso. Se spacco quella pietra, dentro è asciutta.
Così è di noi che viviamo immersi in Dio e non ce ne lasciamo penetrare: Dio rimane alla superficie della nostra vita, non ci trasforma perché non siamo disposti a lasciarci penetrare e trasformare dall'amore di Dio.
Siamo come un sasso nel ruscello che nel suo interno rimane asciutto".

 

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