Caramelle amare

don Bosco ci parla:
La mia politica è quella del "Padre Nostro". Nel Padre Nostro noi supplichiamo ogni giorno che venga il regno del Padre Celeste sulla terra, che si estenda, cioè, sempre più, che si faccia sempre più sentito, sempre più vivo, sempre più potente e glorioso: Adveniat regnum tuum! ed è ciò che più importa. VIII,593
 
18. Caramelle amare
 
18_Don-BOSCO_pensa-N-MUSIOIl tratto di don Bosco con personaggi del mondo politico e con Ministri di stato fu sempre improntato a un sano realismo e a sollecitudine pastorale. Eccone un esempio.
Un giorno si recò al Ministero degli Interni. Titolare di quel Dicastero era Urbano Rattazzi. Don Bosco trovò l'anticamera già affollata, ma il Ministro, appena seppe che don Bosco attendeva, si fece premura di riceverlo subito.
Il Santo, attraversando la fila dei curiosi e meravigliati per quella preferenza, si presentò, e disse al Ministro, con quella semplicità tanto naturale in lui:
Quanta gente, Eccellenza! questo suo ufficio mi dà l'aria di un confessionale in tempo di Pasqua.
Eh, caro don Bosco – rispose il Ministro – con questa differenza: che chi va a confessarsi, se ne parte benedicendo il confessore, mentre chi parte dalle nostre udienze, spesso ci maledice, perché non si è potuto sod­disfare alle richieste.
La conversazione si protrasse assai, e quando don Bosco si alzò per licenziarsi, si alzò anche il Ministro che, prendendo per mano il Santo, gli disse:
Don Bosco, mi dica qualche cosa
Don Bosco lo guardò meravigliato; poi, con la mas­sima confidenza, rispose.
Eccellenza… pensi a salvarsi l'anima!
Il Ministro, stringendo forte la mano a don Bosco, abbassò la fronte e pianse come un ragazzo.
Quando poi gli si chiedeva perché il Ministro si fosse messo a piangere, egli rispondeva sorridendo:
Eh, gli ho detto qualche cosa… Ma sono le cara­melle amare quelle che fanno bene.
Questo stesso Ministro, un'altra volta, gli fece una domanda strana:
Mi dica, don Bosco: io sono scomunicato?
Il Santo, preso così all'improvviso, stette alquanto pensoso, e poi rispose:
Eccellenza, mi spiace, ma non potrei trovare ar­gomenti che lo scusino.
Bravo, don Bosco! – soggiunse il Ministro; – finora nessuno me l'aveva mai voluto dire. Preghi per me, e faccia pregare i suoi giovani, affinché non abbia ad andare all'inferno.
Sì, pregherò e farò pregare, ma lei faccia così… e così…
Il Ministro moriva poco dopo. Aveva chiesto e desi­derato il sacerdote, e il Signore gli aveva certamente usa­to misericordia, perché egli aveva usato misericordia agli orfanelli di don Bosco.
 

LA POLITICA DI DON BOSCO

«Nessuna politica. Fare del bene a tutti, del male a nessuno. Questa è la mia politica». Così diceva don Bosco. Tattica e savoir faire (saper fare) furono sempre le armi che adoperava il Santo, da giovane coi compagni e compae­sani, da seminarista coi condiscepoli e coi superiori, da sacerdote con tutti e persino coi protestanti, con i massoni e con le più alte autorità, come attestano gli episodi più piacevoli e più gustosi della sua vita.

 

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