STORIA – don Domenico Gallenca: il consolidamento della Parrocchia (1930-1953)

Il nuovo Parroco, don Domenico Gallenca,  fa il suo ingresso solenne in parrocchia il 30 novembre 1930.
Proveniva dall'oratorio Michele Rua, il Monterosa, di cui fu il primo direttore. E' in quel compito delicato che si manifestarono  le sue doti: la sicurezza dell'uomo maturo, le sue straordinarie qualità di religioso, di organizzatore e di zelo[1]. Caratteristiche che segnarono, con il suo equilibrio e coraggio, anche l'inizio del suo ministero a Valdocco. Era il suo biglietto da visita, ma anche il modo per dare incremento a tutte le attività parrocchiali iniziate dal suo predecessore.
 
Dopo pochi mesi dal suo arrivo è costituito il primo Consiglio Parrocchiale.
Lunedì 4 maggio 1931, scriveva il Foglietto Parrocchiale, "presentate brevemente le finalità dell’Istituzione, finalità che si riassumono nel desiderio di perseguire il maggior bene mediante una concorde azione di tutte le spirituali energie della parrocchia[2]", teneva la sua prima riunione, che mensilmente si ripetevano.
 
Un nuovo sorgere di gruppi
Oltre a questa altre novità caratterizzarono il suo inizio come Curato di Maria Ausiliatrice.
In primo luogo si vede il sorgere di molti gruppi.
L'Associazione delle Dame di Carità, nel 1931, nasce per meglio soccorrere gli indigenti della Parrocchia. Queste signore avevano il compito di andare di persona nelle case dei poveri per portare loro un contributo. Questa azione aveva una duplice finalità: aiutare chi non ha il coraggio di chiedere l'aiuto in Parrocchia e verificare anche le reali necessità e condizioni di queste famiglie. Per finanziare l'associazione sono costituiti i gruppi dei signori azionisti e delle signore azioniste. Le azioni erano di Lire 10 annue.
L'Apostolato della Preghiera, sempre nel 1931, che sin dall'inizio ebbe subito 300 iscritte, aveva il compito di alimentare la devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù.
Il Patronato pro Asilo, ancora nel 1931, che aveva lo scopo di facilitare l'ammissione dei bambini delle famiglie povere della Parrocchia all'Asilo delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
La Compagnia del SS. Sacramento, nel 1932. Sorta tra le buone madri della parrocchia, all'inizio 40 iscritte, aveva come compito principale quello di provvedere all'adorazione del SS. Sacramento durante l'esposizione del primo venerdì del mese, nelle Quarantore, ecc.  Diventerà "Confraternita" con il Decreto della Curia Arcivescovile del 26 novembre 1935, che costituiva la Confraternita del SS. Sacramento.
Le "Decurioni Propagandiste", sempre nel 1932, che, sorte all'interno del gruppo delle "Donne Cattoliche", dovevano propagandare tutte quante le forme di attività parrocchiale e, mensilmente, render conto del lavoro fatto, del progresso raggiunto[3]. Diventeranno anche le "distributrici" del Foglietto Parrocchiale.
La Pia Unione Margherita Bosco, nel 1933. Fu istituita fra le parrocchiane che esercitavano l'ufficio di portinaia. Essa aveva lo scopo di promuovere, specie fra gli inquilini della propria casa, il maggior bene possibile, e di opporsi al male con tutti quei mezzi che la carità e la prudenza cristiana suggeriscono[4].  In particolare avevano il compito di avvisare il parroco quando in quella casa c'era qualche malato grave.  
 
Nel 1931 nasce anche la prima corale parrocchiana per il Canto Sacro durante le funzioni nella nostra Basilica[5].  Fino ad allora a questo ufficio erano destinati solo i due cori dei ragazzi dell'Oratorio Festivo e dei "collegiali".
 
Restauri, ampliamenti e nuove costruzioni
Non solo nuovi gruppi e associazioni, ma anche strutture.
La Chiesa "succursale" aveva bisogno  di interventi per abbellirla e renderla più funzionale.
Nel giugno del 1931 si iniziano i "Restauri" della stessa. I lavori eseguiti furono molteplici: nuovo  impianto di riscaldamento; nuove decorazioni; acquisto di 40 banchi; acquisto di quattro nuove statue, quella del Sacro Cuore di Gesù, da collocare nella nicchia centrale, quella di S. Anna, dell'Immacolata e di san Giuseppe; acquisto delle stazioni della Via Crucis;  rinnovo vetrate per uniformarle allo stile della decorazione;  nuovo impianto di illuminazione; restauro della facciata; ingrandimento della bussola all'entrata…
Essi terminarono con la solenne "Inaugurazione della Chiesa Succursale restaurata". 
"Il giorno 11 ottobre dell’anno 1931, scriveva il Foglietto Parrocchiale,  la Chiesa Succursale apriva i suoi battenti, lieta di poter accogliere i parrocchiani nella sua veste nuova fiammante.
Il Re.mo Don Filippo Rinaldi, che celebrava la S. Messa, compiacendosi  del felice avvenimento che si voleva solennizzare, spiegò con paterno accento lo scopo a cui doveva servire la Chiesa Succursale: Essa – sono le sue parole – dev’essere il focolare al quale accorreranno per riscaldarsi di amor di Dio i padri e le madri di famiglia della Parrocchia di Maria Ausiliatrice[6].
 
Nel 1932 nasceva anche la Biblioteca Parrocchiale. Doveva offrire cultura attraverso "buoni" libri che i parrocchiani potevano prelevare.
 
Ma nuove opere erano necessarie.
Era, infatti,  terminato da poco il restauro della Chiesa Succursale, che il Curato don Domenico Gallenca, si rivolgeva alla generosità dei parrocchiani per edificare la nuova Casa Parrocchiale (l'attuale palazzo dove si trovano gli uffici parrocchiali). Così scriveva: "mi affido a Dio; e intanto, in nome della buona causa che sostengo, stendo la mano ai parrocchiani tutti, e li prego di non negarmi il contributo in proporzione della loro possibilità"[7]. Nel 1934 possono iniziare i lavori, che la generosità dei parrocchiani saprà sostenere ancora una volta. E anche questa costruzione poté essere terminata.
 
Intanto nel 1935 erano iniziati i lavori per l'ampliamento e restauro del santuario Basilica di Maria Ausiliatrice.  Anche la Parrocchia si sente impegnata in prima linea in quest'opera grandiosa, perché "non è possibile, scriveva il Curato, che in mezzo a tanta manifesta emulazione, in mezzo a tanto concorso di anime generose d'ogni parte del mondo per l'opera colossale d'ingrandimento e di restauro del nostro Santuario-Basilica, i parrocchiani, che maggiormente godranno dei benefici del Tempio rifatto, restino indifferenti[8]. In particolare il loro impegno si concretizza nel 1938 nel contributo per la costruzione dell'altare del SS. Crocifisso, era l'"omaggio" dei parrocchiani. E anche per questo in un anno si raggiunse la quota di Lire 62.000, il necessario per realizzare l'opera.
In occasione della solenne inaugurazione, avvenuta il 9 giugno 1938, settantesimo anniversario della consacrazione della chiesa, e nono della traslazione della salma di San Giovanni Bosco, il Curato poteva affermare che "il Santuario-Basilica «Maria Ausiliatrice» ampliato, arricchito di bronzi e marmi preziosi e di nove nuovi splendidi altari, apre i suoi battenti, e tutti ci invita a cantare le glorie di Colei che ne fu l'artefice, e del suo più grande servo[9].
 
"la nota più fulgida della nostra Parrocchia"
Ma pur in mezzo a tutte queste attività, iniziative, realizzazioni, l'attenzione ai più poveri della parrocchia non veniva meno, anzi! Fin dall'inizio, con don Riccardi, ed ora, con don Gallenca continuava ad essere "la nota più fulgida della nostra Parrocchia[10]" secondo le parole del Curato.
Le forme di questa carità erano molteplici. E' lo stesso parroco nel 1936 nel Foglietto Parrocchiale a farne una descrizione dettagliata. Non era per vantare onori ma ancora una volta il modo per sollecitare la generosità dei parrocchiani, soprattutto dei più abbienti, coloro, cioè, che sono maggiormente favoriti dalla fortuna.
a) giornalmente si distribuiscono cento buoni di pane a quelli che si presentano alla porta della Casa Parrocchiale;
b) al martedì vengono portati a domicilio, per mezzo delle Dame di Carità, buoni di generi alimentari a più di cento famiglie bisognose;
c) al mattino del giovedì, nella Chiesa Succursale, dopo una breve istruzione religiosa, si danno a tutti i presenti, un duecento circa, dei buoni per mezzo litro di latte;
d) l'istituzione delle minestre invernali prepara, per i tre mesi più freddi dell'anno, una buona porzione calda per tutti i membri delle famiglie che ne fanno richiesta;
e) pure per la stagione invernale si tengono a disposizione di quelli che abbisognano i buoni per la legna da ardere;
f) i bimbi delle famiglie, che non possono pagare la quota mensile fissata per l'Asilo, sono a carico della Parrocchia, la quale si vale per la bisogna di un Patronato ad hoc;
g) non di rado si provvedono i medicinali agli infermi, si procurano indumenti, calzature,…[11]
 
Gli anni della guerra
Arrivano gli anni della guerra. Anche la Parrocchia ne è colpita e dovrà subirne le conseguenze.
Ma, nonostante le fatiche, le sofferenze, le notizie di morte che arrivano dal fronte, la Parrocchia continua la sua vita, con le sue molteplici attività e la vita dei vari gruppi. Solo nei periodi più bui rallenterà la propria operosità o sospenderà per qualche tempo la vita delle associazioni.
In particolare due tragici avvenimenti segneranno questi anni. Essi trovano descrizione nelle parole del Curato.
"Il territorio della nostra parrocchia, o miei cari, è stato ben provato dalla furia devastatrice!…
Nel 1942 alcune bombe dirompenti, di grosso calibro, e numerosi spezzoni incendiari avevano demolito non pochi edifici, e fatto danni ingenti. Però grazie a Dio, non si ebbero a lamentare vittime umane[12].
Si tratta del bombardamento del 30 novembre 1942 che colpì, anche alcuni edifici di Valdocco, ma non causò vittime, tanto che don Domenico Gallenca  invita i parrocchiani a rendere omaggio all'Ausiliatrice: "Finora, non abbiamo noi visibilmente sperimentato la sua grande bontà? Se le incursioni nemiche non hanno fatto vittime in mezzo a noi, che viviamo all'ombra del suo Santuario, non lo dobbiamo a Lei? Non lo dobbiamo a Lei, se, le non poche bombe dirompenti sganciate entro i confini della parrocchia non produssero ingenti e irreparabili danni?[13]
Il 1943, invece, fu fatale! In quella, rimasta ormai tristemente famosa notte del 13 luglio, ben diciassette furono le vite umane stroncate! Spettacolo terrificante!…  Come ricordarlo senza raccapriccio? Gli schianti, le grida imploranti soccorso, i gemiti degli infelici sepolti fra le macerie, in mezzo a nugoli accecanti di polvere, straziavano il cuore e lo attanagliavano in una visione macabra[14]…"
 
Il primo dopoguerra
Dopo la guerra anche la Parrocchia riprende la sua vita ordinaria, ma al tempo stesso è partecipe e interessata alla vita politica, sottolineata questa da ripetuti inviti alla partecipazione al voto nelle varie elezioni che si succederanno in quegli anni.
 
Sono anni in cui in parrocchia si succederanno vari vice parroci. Nel maggio del 1944 due nuovi vice curati, don Natale Cignatta e don Renato Roberti.  Dopo due anni, al posto di quest'ultimo arriverà, don Ettore Carnevale, il quale a sua volta sarà  sostituito dopo pochi mesi da don Crispino Guerra.  
 
Riprendendo le varie attività riprende anche l'attenzione ai poveri, soprattutto alle famiglie bisognose particolarmente provate dalla guerra. Nel gennaio 1947, nasce "la guardaroba del povero". Tutti i venerdì alle 15.00,   nella casa parrocchiale, è un affollarsi di poveri da ogni parte della città per avere indumenti di cui hanno bisogno.  
 
Ma sono anche gli anni del passaggio della Madonna Pellegrina. Fu un evento di massa religioso ed ecclesiale, non soltanto esteriore ma anche a livello di coscienze e di pratica sacramentale. Fu un’opportunità pastorale eccezionale.
In Parrocchia questo passaggio avviene dal 29 maggio al 1 giugno del 1950. Fu un susseguirsi di eventi e processioni, segno della vitalità della Parrocchia stessa e della intensa e diffusa domanda religiosa nel secondo dopoguerra.
 
"Succursale" sempre più bella
Gli ultimi anni di servizio come pastore di don Gallenca sono ancora una volta segnati da un ulteriore sforzo per rendere più bella e funzionale la Chiesa Succursale. Con il contributo di parrocchiani generosi, chi voleva poteva acquistare una canna offrendo Lire 3.000, si acquista un nuovo  organo da collocare nella chiesa del Sacro Cuore. Costruito dalla ditta  Vegezzi Bossi di Centallo, per un costo totale di due milioni di Lire, viene inaugurato in occasione della festa di Santa Cecilia, il 22 novembre del 1950.
Ma anche altri lavori di restauro venivano effettuati nel 1951: nuovi stucchi al soffitto e ai finestroni e nuova decorazione, che comprenderà anche la facciata e parte dell'abside.
A impreziosire tutte questo lavoro vengono realizzate e collocate nella chiesa del S. Cuore, nel 1952, le due vetrate di Don Bosco e di Madre Mazzarello, canonizzata il 24 giugno del 1951,

eseguite dalle ditte Picco e Martini di Torino. Insieme a queste vengono anche collocate le due splendidi cornici dorate con finta nicchia a sfondo mosaico in legno delle statue di don Bosco (che allora non c'era; c'era un quadro, ma si iniziava la raccolta per farne realizzare una) e di sant'Anna, realizzate dalla ditta Baiano.

 
E' il Natale del 1952 quando la parrocchia saluta don Domenico Gallenca, che lascia la parrocchia.  
Erano passati 22 anni dal suo arrivo. Anni intensi in cui si incrementarono e consolidarono le varie attività parrocchiali.  Egli lo fece, con vera passione di apostolo per le anime affidategli, preoccupato del cibo materiale che distribuiva con generosità a tutti i poveri conosciuti e nascosti, ma soprattutto del cibo della parola di Dio che, con abbondanza ed energia, dal pulpito dell'Ausiliatrice, all'ufficio, ai saloni di adunanza, alle case dei parrocchiani, ai pullman dei pellegrini spargeva ovunque, sicuro che il buon seme fecondato dalla preghiera ha sempre il suo buon frutto. Anni di ansia sacerdotale, di lavorio interiore, per essere strumento docile della grazia, onde riversare santità e vita divina[15].


 
 

[1] Lettera mortuaria di Don Domenico Gallenca, 1955

[2] da il Foglietto Parrocchiale – giugno 1931

[3] da il Foglietto Parrocchiale – novembre 1932

[4] da il Foglietto Parrocchiale – novembre 1933

[5] da il Foglietto Parrocchiale – novembre 1931

[6] da il Foglietto Parrocchiale – novembre 1931

[7] da il Foglietto Parrocchiale – gennaio 1935

[8] da il Foglietto Parrocchiale – gennaio 1938

[9] da il Foglietto Parrocchiale – giugno 1938

[10] da il Foglietto Parrocchiale – settembre 1936

[11] da il Foglietto Parrocchiale – settembre 1936

[12] da il Foglietto Parrocchiale – gennaio 1944

[13] da il Foglietto Parrocchiale – maggio 1943

[14] da il Foglietto Parrocchiale – gennaio 1944

[15] Lettera mortuaria di Don Domenico Gallenca, 1955

SOMMARIO

 

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