Papa Francesco, ha subito abbandonato il discorso ufficiale, perché “troppo formale”, per parlare con maggiore spontaneità. Dapprima ha ricordato con simpatia la sua conoscenza diretta con Don Á.F. Artime, nata nell`ambito di un pellegrinaggio giovanile nazionale alla Madonna di Luján, quando l`uno era arcivescovo di Buenos Aires e l`altro Ispettore salesiano. “Questo è il gallego che è venuto a comandare!” scherzò all`epoca. Ma fuor di battuta, il Pontefice ha affermato di averne apprezzato “umiltà e servizio”.
Quindi il Papa ha sottolineato i numerosi e ormai noti motivi che lo legano alla spiritualità e alla Famiglia Salesiana: la figura di don Enrico Pozzoli, fondamentale per lui e per i suoi genitori; la passione sportiva per il San Lorenzo de Almagro (“squadra con i colori della Madonna, ma formata da ragazzi di strada”), opera del salesiano don Lorenzo Massa, già lì ha imparato ad amare Maria Ausiliatrice, che già da giovane, andava a visitare ogni 24 maggio; e in particolare l`anno trascorso nell`istituto salesiano di Ramos Mejía, dove ha detto di aver imparato “ad amare la Madonna”, dove è stato educato “alla bellezza, all`amore, all`affettività”, secondo quello stile che Don Bosco stesso utilizzava con i suoi giovani, avendolo appreso dall`amorevolezza di Mamma Margherita. “Sono tanto riconoscente alla Famiglia Salesiana per quello che ha fatto nella mia vita”, ha sintetizzato.
Ha parlato di Mamma Margherita (“senza la quale non si può capire Don Bosco”). “Mi domando – ha aggiunto – se, quando educano le ragazze, i salesiani facciano vedere cosa faceva questa donna semplice e povera”. Quindi prendendo spunto dalla mamma di don Bosco il Santo Padre è intervenuto sul tema del ruolo della donna e dei modelli educativi femminili da proporre alle giovani ragazze, alle allieve dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Non il funzionalismo dei ruoli, ma l`educazione secondo le figure autorevoli di donne che sanno amare.
Un parallelo storico è stato poi compiuto dal Papa riguardo all’epoca di don Bosco e all’attuale. Alla fine del XIX secolo, il Piemonte (e Torino in particolare) si caratterizzava come regione di “mangiapreti”, “massonica”, “anticlericale” ed addirittura “demoniaca”, eppure, ha osservato Francesco, vi sono nati e cresciuti moltissimi santi. “Oggi tante cose sono cambiate, ma la situazione dei giovani è più o meno la stessa”: si affaccia, però, come ai tempi di don Bosco, lo spettro della disoccupazione, con “il 40% dei giovani sotto i 25 anni che non lavora, né studia” e molti di loro sono preda della “depressione” o addirittura tentati dal “suicidio”. Per questo ha esclamato che “il vostro carisma è di un`attualità grandissima” e ha invocato scelte coraggiose da parte dei Salesiani, affinché come Don Bosco sappiano rischiare e sappiano essere concreti: “il salesiano è concreto: vede il problema, pensa a cosa fare e prende in mano la situazione”.
Una risposta al disagio giovanile da parte di don Bosco fu quella di proporre il gioco, lo sport, come esempio di “competizione sana” e di “bellezza del lavorare tutti insieme”.
Della visione salesiana ha lodato altri due aspetti: l`attenzione alla formazione professionale, specie oggi, di fronte alla piaga della disoccupazione giovanile, che porta a richiedere “un`educazione a misura di crisi”; e “la missionarietà”, testimoniata da tanti uomini e donne che hanno speso la loro vita per l`evangelizzazione delle genti – comprese quelle della Patagonia.
In primo luogo rivalutare il percorso delle scuole professionali, poiché non tutti i ragazzi sono portati per lo studio al “liceo classico o scientifico”, sarebbe opportuno insegnare loro un “mestiere pratico” come quello di elettricista o di idraulico. La “creatività salesiana”, quindi, deve “prendere in mano le sfide di oggi” ed educare nello spirito della “gioia salesiana, qualcosa che ho imparato e che non dimentico”, ha sottolineato Bergoglio.
Un ulteriore riferimento è stato fatto dal Papa ai “tre amori bianchi” di don Bosco: Maria, l’Eucaristia e il Papa. L’amore di questo santo per la Madonna fu assai forte perché “non si vergognò mai della sua mamma”, mentre oggi ci sono molti cattolici che “quasi si vergognano della Madonna o non ne parlano con amore”.
Per quanto riguarda l’eucaristia, tuttora “i salesiani la spiegano bene, facendo entrare i ragazzi nel mistero”.
Anche nell’amore al Papa di don Bosco, emerge qualcosa dell’amore materno: “Non è solo l’amore a una persona ma a Pietro come rappresentante dello Sposo della Chiesa”, ha spiegato Bergoglio. In don Bosco, quindi, l’amore per mamma Margherita si affianca e si armonizza a quello della Madonna-madre e quello della Chiesa-madre. Ciò ha fornito al Pontefice l’occasione di tornare a parlare del ruolo delle donne nella Chiesa: esse, ha spiegato, devono avere “lo stesso ruolo della Madonna con gli apostoli nella mattina di Pentecoste”. Ridurre l’incentivo all’impegno delle donne nella Chiesa alla promozione di una donna a “capo-dicastero”, quindi, “non è una decisione forte” ma un puro “funzionalismo”.
Dopo aver attraversato lentamente la navata centrale della Basilica, salutando con cura chiunque lo fermasse, sul sagrato si è quindi congedato dai fedeli presenti in piazza, invitandoli ad essere sempre gioiosi e – come solito – a pregare per lui.
Uscito sulla piazza antistante la basilica, papa Francesco si è congedato dai salesiani e dai rappresentanti dei loro oratori, ricordando loro: “Caratteristica dell’oratoriano è la gioia, un oratoriano dalla faccia triste non va…”.
Foto di Andrea Cherchi