Il miracolo del dito tagliato

don Bosco ci parla:
Il sapere il tempo della morte non è necessario per anda­re in paradiso; ma bensì il prepararci con opere buone. MB VI,120.
 
26_Don Bosco SK Ganzbild26. Il miracolo del dito tagliato
 
Il 17 dicembre 1887, assieme agli alunni della 5a gin­nasio, Luigi Orione si confessò per l'ultima volta da don Bosco infermo. Anzi, rientrato come gli altri nella sala di studio, Orione uscì di nuovo e tornò da don Bosco. Fu quello il suo ultimo colloquio con il Santo.
Morto don Bosco, tra i giovani che vegliano accanto alla sua salma esposta ai fedeli, il 1° febbraio 1888, c'è anche Orione, che prende dalla folla gli oggetti da posare sul corpo del Santo. Ad un tratto, Orione (come scrive egli stesso) ha una curiosa idea: pensa di affettare del pane, ridurlo in pillole da posare sul corpo di don Bosco, per poi distribuirle. Entrato nella sala di refezione prende un grosso e affilato coltello e si accinge ad affettare un filone di pane. Dalla fretta, vibrando il primo colpo, si spacca verticalmente l'indice della mano destra (egli è mancino). Angosciato, pensa subito che senza quel dito non potrà diventare sacerdote, come già aspirava. Avvol­ge allora nel fazzoletto il dito tagliato stringendolo bene e lo sostiene con l'altra mano. Corre presso la salma di don, Bosco e con viva fede accosta il dito sanguinante alla mano di don Bosco. A quel contatto la ferita si rimargina all'istante.
Narrando il fatto prodigioso, don Orione era solito mostrare la cicatrice rimastagli nell'indice destro, assicu­rando il perfetto funzionamento del dito.
 
 
26_don orione1Divenuto sacerdote, fondatore dell'Istituto dei Figli della Divina Provvidenza, suscitatore di tante opere provvidenziali, non dimenticò mai il suo Maestro. Dello spirito di lui e del Cottolengo animò il proprio spirito e ai due santi serbò la più fervida devozione. Non passava forse mai a Torino senza scendere a Valdocco a venerare l'Ausiliatrice, a pregare don Bosco. Se appena poteva si inginocchiava in presbiterio, al posto che occupava quando giovinetto partecipava alle funzioni come mem­bro del «piccolo clero» e riviveva, pregando, i fervori della pietà eucaristica dei tempi di don Bosco. Il giorno della canonizzazione (1 aprile 1934) egli fu a Roma a rendere omaggio al Santo e a dividere con la Famiglia Salesiana la grande letizia di quella Pasqua che Pio XI definì «Pasqua salesiana». Il 3 aprile seguente partecipò alla solenne udienza che il papa Ratti concesse ai pelle­grini che gremivano la basilica di san Pietro.
L'estensore di queste note in quella occasione si sentì sussurrare da un alto Prelato della Curía romana:
Vuol vedere il don Bosco dei nostri giorni? Guar­di laggiù!
E gli indicò don Orione che in quel momen­to attraversava piazza san Pietro, solo, l'aspetto dimesso, lo sguardo raggiante di un'intima gioia che gli animava tutta la persona.
Don Orione fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1980.
 

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