Natale: la sorpresa di Dio per l’uomo

«Vi annunzio una grande gioia: oggi vi è nato un Salvatore».
È “la buona notizia” del Natale! È il regalo di Dio all’umanità, la sorpresa di Dio all’uomo. Un bambino sulla paglia in una mangiatoia. È Lui il nostro Salvatore, annunciato dai profeti, l’Emmanuele, il “Dio con noi”, per-noi, in-noi. Dio non si è dimenticato di noi, non si è stancato dell'umanità, ma è voluto entrare nella storia degli uomini, facendosi lui stesso carne e sangue.
Questo regalo non lo troviamo sotto l’albero, ma in una mangiatoia, non lo troviamo avvolto da carta luccicante e colorata, ma avvolto dalla paglia. Un po’ di paglia è la casa che Dio ha scelto per entrare nella nostra storia, ma è anche immagine della nostra “fragilità”, debolezza. È la paglia del mondo: guerre, carestie, violenze, soprusi, crisi…! È la nostra paglia: le nostre difficoltà, le nostre incoerenze, l’evanescenza della nostra fede, il nostro individualismo, l’egoismo che guida le nostre azioni, il nostro voler sopraffare gli altri…
È bello cogliere che quel Dio che ha cambiato il mondo, riposa sulla paglia, cioè nel nostro mondo, così come è! Nella nostra vita, al punto in cui si trova! E’ posto in essa. Non fugge. Non la evita! Ma la vive, condivide, si fa fragile come noi!
Accogliamo questo bambino, è il dono del Padre! Facciamogli posto!
Non è così scontato! È un dono che molti rifiutano, perché, secondo la logica del politically correct, che dice di accogliere tutti i pensieri, le idee, di appiattire tutto per rispetto della libertà altrui, spesso rifiutiamo la Parola più preziosa che abbiamo, quella di questo bambino. Spesso cerchiamo pace e serenità, e per questo siamo sempre pronti a correre dietro ad ogni salvatore che la società consumistica e non solo ci propone, dimenticando che l’unica salvezza è nel Signore.
Allora per accoglierlo non si tratta soltanto di partecipare ad una Messa, ma significa molto di più! Significa il coraggio di uscire dai nostri recinti che costruiamo attorno a noi con i nostri individualismi ed egoismi, che spesso ci fanno vedere gli altri come potenziali nemici, da cui difenderci e tenere lontani. Significa accogliere gli altri, perché è in loro che accogliamo Gesù. Significa abbandonare le nostre sicurezze, le nostre comodità, le nostre false certezze su cui spesso costruiamo le nostre vite per fidarci di Dio, delle sue promesse, delle sue parole… per fidarci di questo bambino.
È Lui il vero regalo del Natale, è Lui la vera festa del Natale, è Lui la vera luce del Natale. I nostri regali, le nostre feste, le nostri luci devono ricordarci questo, portarci a questo bambino, non sostituirlo.
Affidiamoci alla materna intercessione di Maria, Madre di Gesù e nostra, perché ci aiuti in questo Santo Natale a diventare anche noi “dono” con il nostro amore, la nostra bontà e la nostra generosità. In questo modo saremo un riflesso e un prolungamento della luce di Gesù, che dalla grotta di Betlemme continua ad irradiarsi nei cuori delle persone, offrendo la gioia e la pace, a cui aspiriamo dal profondo del nostro essere. 
Don Claudio