La lezione di don Bosco

don Bosco ci parla:
«Lasciamoci sempre guidare dalla carità, la quale in fin dei conti tornerà sempre a nostro vantaggio» VII,312
 
15. La lezione di don Bosco
15_db.salesiano1Cedendo all'insistenza di un buon parroco della dio­cesi di Alba, era andato a predicarvi nella circostanza dei fedeli defunti. La sera del 2 novembre scendeva da quelle colline per andare alla stazione di Bra; ma avendo smarrita la via ed essendo l'ora tarda e la pioggia dirotta, si vide costretto a chiedere ospitalità al cappellano di una chiesetta che sor­geva a fianco della strada.
Fu accolto con un po' di malumore, ed esposto ad una specie d'interrogatorio:
Chi è lei?
Un povero prete di Torino: ho smarrito la via; chiedo un po' di ricovero.
E quale officio esercita in Torino?
Officio una chiesetta dalle parti di Valdocco.
E avrà anche da cenare?
Se nella sua carità vuole darmi qualche cosa, ac­cetterò volentieri.
Mi rincresce di non aver niente in casa; posso offrire un po' di pane e formaggio.
Ma sì, anche troppo: gliene sarò riconoscente.
E forse, stasera, farebbe conto di fermarsi qui?
Vede bene… con questo tempo… tanto più che il treno è già partito.
Già… L'è che io non avrei letti disponibili…
In quanto a questo, si rimedia subito: due sedie bastano.
Se è così, si accomodi. Mi dispiace di doverla trattare in questo modo!
Mentre la perpetua metteva in tavola il pane e il for­maggio, il padrone continuò:
Dunque, lei viene da Torino!
Sissignore.
Conosce forse un certo don Giovanni Bosco?
Sì, un poco.
Io non mi sono mai incontrato con lui, ma vorrei pregarlo di un favore. È facile ad accordare favori a chi si rivolge a lui?
Quando può è ben contento di essere utile al prossimo.
Avevo pensato di scrivergli domani una lettera per far ricoverare un povero orfano nel suo Oratorio.
Lo accetterà volentieri; glielo posso assicurare.
Davvero? Ma lei è un amico con don Bosco?
Sì… amicissimo fin dall'infanzia.
Dunque, mi otterrà il favore.
Il favore è bell'e ottenuto: vada per la carità che mi fa presentemente.
Ma dunque… lei… lei… insomma chi è lei?!
Son don Bosco in persona.
Don Bosco?! Lei don Bosco! Se me lo avesse detto subito… Mi perdoni se non l'ho trattato bene. Chi l'avrebbe immaginato? Lasci, lasci quel formaggio. Mi ricordo che è rimasto qualche poco d'avanzo.
E tutto confuso, affannato, chiama la perpetua, fa porre in tavola una tovaglia, e ordina una minestrina e alcune uova al tegame; corre ad un armadio, trae fuori un mezzo pollo arrosto, e non sa darsi pace, mentre don Bosco sorride, vedendolo così affaccendato.
Finita la cena fu condotto a dormire in un soffice letto, e al mattino, il cappellano l'accompagnò alla sta­zione, ripetendo, tratto tratto, le più umili scuse. Nell'accomiatarsi, don Bosco gli disse:
Veda, signor Cappellano, prendiamo lezione da quello che accade. Se non abbiamo nulla, non diamo nulla; se abbiamo poco, diamo poco; e se abbiamo mol­to, diamo ciò che crediamo conveniente; ma lasciamoci sempre guidare dalla carità, la quale tornerà sempre a nostro vantaggio.

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