STORIA – mons. Michele Arduino: un vescovo parroco (1953-1962)

A succedere a don Domenico Gallenca come parroco di Maria Ausiliatrice mons. Michele Arduino, vescovo di Shiuchow .
Mons. Arduino era partito per la Cina a soli 15 anni, nel 1924. In quella terra, tranne che per un breve periodo, dal 1929 al 1933, dove ritornò in Italia per gli studi teologici, che si conclusero con l'ordinazione sacerdotale il 9 luglio del 1933 a Torino, svolse tutto il suo apostolato missionario, che culminò con la nomina a vescovo di Shiuchow nel 1948.
A causa dei rivolgimenti politici della Cina, dopo sei mesi di carcere, il 2 dicembre del 1951, veniva espulso.
Ritornando in Italia "per non lasciare inoperose tante belle doti e tanta attività dimostrata in lunghi anni di apostolato, i Superiori hanno creduto opportuno proporlo al nuovo ufficio, che terrà per il tempo della persecuzione cinese, finchè non potrà tornare alla propria sede[1] . Con queste parole don Ziggiotti, Rettor Maggiore dei salesiani comunicava al card. Fossati la proposta per il nuovo pastore di Maria Ausiliatrice.
 
Lo stile del nuovo pastore
Mons. Michele Arduino prese possesso della parrocchia nel pomeriggio del 1 marzo 1953.  
In quei mesi di passaggio tra i due parroci a reggere Parrocchia fu nominato come vicario economo della stessa don Cignatta Natale, che oltre che essere dal 1944 viceparroco di Maria Ausiliatrice era Cappellano degli operai a Torino fin dal 1946 e lo sarebbe stato fino al 1979.
 
Alcuni elementi distintivi contraddistinsero l'attività del nuovo parroco di Maria Ausiliatrice. Sono gli stessi parrocchiani a ricordarli nella lettera di saluto, quando dovrà lasciare la Parrocchia.
"Dimesso esteriormente come un semplice sacerdote, ma attivo e dinamico, organizzatore geniale, gioviale, caritatevole, come si poteva desiderare da un ottimo parroco salesiano, sempre ottimista, incoraggiante e aperto a tutti i buoni suggerimenti, inesauribile nelle iniziative per il bene delle anime, verso cui sapeva, con visione moderna e pronta, convogliare tutti gli sforzi e coordinare tutti i piani; ha profuso in questi anni con naturalezza ammirevole le sue migliori energie estendendo in ogni direzione il suo lavoro proficuo e benedetto. E soprattutto ha fatto risplendere la virtù più specifica del pastore di anime, la carità, che lo ha fatto tutto a tutti, grandi e piccini, giovani e vecchi, poveri e più poveri, buoni e … meno buoni, tutti comprensivi del suo zelo e rispondenti alle cure da lui profuse, senza distinzione, a tutti i suoi parrocchiani[2]".
 Il tutto arricchito da una profonda devozione mariana e attenzione missionaria, eredità, questa, dei molti anni trascorsi in Cina.
 
Devozione mariana e impegno missionario
Nel 1954 si svolge una solenne Peregrinatio Mariae in Parrocchia. Era lo stesso Mons. Arduino a presentarla. "Vi ricordate, scriveva sul Foglietto Parrocchiale, delle entusiastiche giornate quando la Madonna Pellegrina passò benedicendo per le vie della nostra Parrocchia? (era il 1950) In quest'Anno Mariano vogliamo rinnovare l'entusiasmo e il fervore di quei giorni. Maria SS. non solo vuole passare per le strade ma vuole entrare in tutte le vostre case per portarvi il suo amore di Madre e le sue grazie[3]".
La statua di Maria arrivava in una delle case alla sera alle 21.00 e, dopo la recita del Rosario e la Benedizione del sacerdote, rimaneva lì fino alla sera seguente alle ore 20.30, dove in processione raggiungeva una nuova casa. Impegno di chi abitava nello stabile era di non lasciarla mai sola!
La Madonna Pellegrina dal 18 di marzo al 28 di ottobre visitò 148 caseggiati rappresentanti 188 case delle 193 della parrocchia, solo 5 case furono assenti da questo tributo di affetto e devozione alla nostra Patrona Maria Ausiliatrice[4].
 
Grande è stata l'attenzione missionaria in quegli anni, soprattutto in occasione della Giornata Missionaria.  Ogni anno mons. Arduino invitava ad essere generosi, invitando i parrocchiani ad offrire di più dell'anno precedente. Nel 1960, ad esempio, scriveva: "La meta di quest'anno è stata fissata a due milioni: Ci siamo avvicinati l'anno scorso: quest'anno dobbiamo raggiungerla. L'amore alle missioni, caratteristica della nostra parrocchia, ci deve tutti spronare a pregare, a lavorare e a donare affinché la Giornata Missionaria del 1960 sia un vero successo. San Giovanni Bosco che zelò tanto per le missioni ci ispiri e ci aiuti[5]".
 
Gli anni della crescita
Erano gli anni del progresso economico, tanto da trasformare l'Italia da paese agricolo a prevalentemente industriale. Questo sviluppo economico ha però avuto anche conseguenze sul piano sociale, tra cui ondate migratorie verso Torino e anche nuove forme di povertà, problemi che hanno interessato e coinvolto profondamente anche la vita della Parrocchia.
 
La popolazione in quegli anni aumentò molto. Moltissimi erano immigrati e si doveva accoglierli, integrarli nella vita della comunità. Era una delle priorità pastorali della parrocchia, lo ricordava lo stesso parroco all'inizio del 1959. "Quest'anno il nostro lavoro consisterà nell'avvicinare tutte le famiglie della parrocchia, specialmente quelle che da poco sono venute a stabilirsi nei confini parrocchiali. Da un calcolo approssimativo risulta che circa 150 famiglie sono venute ad occupare le case nuove durante l'anno, e altre 300 vennero ad occupare gli alloggi lasciati vuoti da famiglie che traslocarono altrove[6]".  
 
Se  la popolazione aumentava non diminuivano i poveri.
Ogni anno mons. Arduino relazionava su quanto la parrocchia, attraverso anche le varie associazioni parrocchiali che si interessavano a loro, aveva fatto per i più bisognosi. Era l'occasione per invitare alla generosità, in modo da poter fare di più l'anno seguente.
 Scriveva ad esempio nel febbraio del 1958: nel 1957 la parrocchia ha dato alle famiglie bisognose in denaro o in generi alimentari L. 1.947.000, se aggiungiamo quanto hanno dato le quattro Conferenze di San Vincenzo si arriva a circa 5 milioni. E' una bella cifra; ma si poteva e si doveva fare di più. Sono tante le miserie che si vedono; anche nella nostra parrocchia ci sono delle famiglie che soffrono la fame, vi sono bambini poco vestiti che vivono in camere non riscaldate.  Aiutate il vostro parroco a soccorrere tanta povertà[7]".
 
Nel 1956 istituisce la Borsa di Studio Maria Ausiliatrice, per premiare le famiglie più numerose della parrocchia che mandano i figli agli oratori festivi. Si premiavano tre famiglie con una borsa rispettivamente di Lire 20.000, 10.000 e 5.000.
 
Sempre nel 1956, primo centenario della festa liturgica del Sacro Cuore, nasce la campagna per la consacrazione delle famiglie al S. Cuore, essa continuerà anche l'anno successivo.
 
Il 16 dicembre 1961 avviene un nuovo ampliamento della Parrocchia: dal 1 gennaio 1962 i confini con San Gioacchino si spostavano lungo l'asse via Ariosto e via San Pietro in Vincoli fino al fiume Dora.
 
Concilio Vaticano II
Nel frattempo a Roma, presieduto dal papa Giovanni XIII, l'11 ottobre 1962 si aprì solennemente il Concilio Vaticano II, al quale, come vescovo di Shiuchow, prese parte anche mons. Michele Arduino, che alla fine dello stesso mese fu eletto alla guida della diocesi di Gerace-Locri in Calabria.
Cessava così il suo incarico come parroco.
Lasciava una parrocchia cresciuta molto in quegli anni. Secondo l'ultimo Censimento alla fine del 1962 gli abitanti erano 16.563.
La lasciava al nuovo parroco, don Carlo Marchisio, che avrebbe fatto il suo ingresso solenne il 13 gennaio 1963, ai tre viceparroci don Natale Cignatta, don Oscar Egger e don Rossin Angelo, arrivato da pochi mesi, insieme al nuovo direttore dell'Oratorio don Leonzio Patron, che sostituiva don Carlo Casalis.



[1] Lettera di don Ziggiotti al card. Maurilio Fossati, arcivescovo di Torino (23 ottobre 1952)

[2] da il Foglietto Parrocchiale – dicembre 1962

[3] da il Foglietto Parrocchiale – marzo 1954

[4] da il Foglietto Parrocchiale – novembre 1954

[5] da il Foglietto Parrocchiale – ottobre 1960

[6] da il Foglietto Parrocchiale – gennaio 1959

[7] da il Foglietto Parrocchiale – febbraio 1958

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