15 – Il Regalo – Le spighe

Mercoledì seconda settimana – 28 FEBBRAIO
Dalla Parola del giorno Mt 20,17-28

Colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo. 

Il regalo

Tobia era un bambino di quarta elementare silenzioso e sereno. Viveva con i genitori e i fratelli in una modesta cittadina ai margini del paese appollaiato su una collina costellata di ulivi a qualche chilometro dal mare.
Il giorno della chiusura della scuola prima delle vacanze di Natale, tutti i bambini della quarta elementare fecero a gara per portare un regalo alla maestra, che si chiamava Marisa ed era gentile e simpatica.
Sulla cattedra si ammucchiarono pacchetti colorati. La maestra ne notò subito uno piccolo piccolo con un biglietto con la calligrafia chiara e ordinata di Tobia: “Alla mia maestra”.
Marisa ringraziò i bambini, uno alla volta. quando venne il turno di Tobia, aprì il pacchettino e vide una piccola, magnifica conchiglia, la più bella che la maestra avesse mai visto: era tutta un ricamo pieno di fantasia foderato di madreperla iridescente.
“Dove hai preso questa conchiglia, Tobia?” chiese la maestra.
“Giù dalla Scogliera Grande” rispose il bambino.
La Scogliera Grande era molto lontana e si poteva raggiungere solo tramite un sentiero scosceso. Era un cammino interminabile e tribolato, ma solo là si potevano trovare delle conchiglie speciali, come quella di Tobia.
“Grazie Tobia. Terrò sempre con me questo bellissimo regalo che mi ricorderà la tua bontà. Ma dovevi proprio fare tutto quel lungo e difficile cammino per cercare un regalo per me?”. Tobia sorrise: “Il cammino lungo e difficile fa parte del regalo!”

Non si regala un oggetto. Si regala un pezzo del proprio amore. L’unico vero dono è un pezzo di sè.

Le spighe

In un campo di grano, quasi tutte le spighe sta­vano curve verso terra. Solo alcune avevano lo stelo ben diritto e fissavano con alterigia il cielo, i passanti e le loro compagne.
«Noi siamo le migliori» garrivano all’intorno. «Non viviamo piegando lo stelo come schiave, dav­vero si può dire che dominiamo gli eventi e la situa­zione. Ma il vento, che conosce la vita meglio di tutti, sogghignò: «Stanno ben dritte,… perché sono vuote!».